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giovedì 20 ottobre 2016

A Buenos Aires.

Ci sono le mirade supersoniche,
che viaggiano traiettorie chilometriche,
passando la membrana cerebrale,
ti chiedon “balli?” e il codice fiscale.
Ogni tanguero tiene la sua mesa,
che con i coccodrilli vien difesa,
se la tramandan da generazioni,
in marmo son scolpite le incisioni.
La ronda gira come un carosello
e per entrare passi dal tornello,
chiedi permesso, poi ti metti in lista,
e a fine tanda ti ritrovi in pista.
La gente beve mate senza posa,
fernet con cola e grappa con gazzosa,
nell’aranciata puoi trovarci il vino,
e lo stravecchio piace col crodino.
Il tango é un movimento culturale,
si fa all’asilo, all’ ITI e al magistrale,
ci son massoni, pure un sindacato,
il Nobel fra due anni é assicurato.
Si va in milonga per conoscer gente,
non ci son piante, bestie quasi niente,
ti accolgon coi sorrisi e coi festoni,
son tutti allegri, son tutti amiconi.