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sabato 26 ottobre 2013

Giovanna e Michele.



Giovanna era una ballerina naif. Era convinta che quando si trova la massima connessione con un ballerino, il seguito più naturale è farci  del sesso. Anzi, se dopo non succedeva niente ne restava delusa. 
Michele era un ballerino timido e riservato, uno di quelli che quando lo vedi ti si stampa nella memoria come le province della Basilicata, insomma. Per questo nessuno lo notò mentre ascoltava Giovanna confidare le sue idee sul tango e sul sesso alle sue amiche. Per questo o perché si era nascosto sotto il tavolo (Michele impazziva per le estremità  più lontane delle donne). Quando le tre donne si allontanarono Michele uscì dal suo posto e guardò da dietro Giovanna: le sue curve oscillavano come i passeggeri della Concordia, quando al bancone del bar iniziò a sorseggiare un mojito Michele vide la cannuccia allungarsi. Si rituffò sotto al tavolo e iniziò l’iperventilazione. Il dottore gliene aveva prescritte tre al giorno. L’occasione era di quelle da non perdere: era un bravo ballerino, il migliore del suo palazzo secondo il chihuahua del suo parrucchiere, ma il suo essere introverso spesso gli impediva di lasciarsi andare. Questa volta ce l’avrebbe fatta, quando gli sarebbe capitata ancora una chance del genere? Con decisione attraversò la pista, non curante delle scarpe e dei santi che gli tiravano dietro tutti i ballerini. 
–“Ciao, ti va di farti una tanda?" (e con essa anche il sottoscritto, pensò Michele). 
Lei gli sorrise. Il cuore di Michele era diventato un rullo di tamburi, il che aumentava anche suspense. 
-“Si, un ultimo sorso e vengo”. -“Anch’io”, si trattenne dal risponderle. Per calmare la sua eccitazione cercò di figurarsi le immagini che lo rendevano più triste: bambini africani con mosche che gli ronzano attorno, bambini che ti ronzano attorno come mosche africane, Brunetta. Funzionò, era di nuovo padrone del suo corpo. Era la sua occasione e non voleva sprecarla, aveva già pensato ad una strategia: un abbraccio leggero, che piano piano diventa più forte e avvolgente, alle donne piace sentirsi al sicuro: questa mossa gli avrebbe fruttato almeno un limone. Poi avrebbe mantenuto l’abbraccio stretto, cercando il contatto in un solo punto, ma aprendo un po’ l’abbraccio durante gli ocho, per farle strusciare i seni sul suo torso. Immaginò i capezzoli duri e appuntiti poggiati su di se, questo gli causò una scossa pari al settimo grado della scala Hurtado…Brunetta con delle mosche che gli volano intorno…tornò in se. Calcolò che se tutto fosse filato liscio lo struscìo gli avrebbe fatto guadagnare un buon pompino. Ma senza ingoio, per l’ingoio ci voleva ben altro, e lo sapeva, solo con dei cambi di dinamica repentini poteva ottenere l’agognata e lasciva pratica sessuale. Osservò la pista: era abbastanza affollata, ma permetteva ancora dei cambi di dinamica rapidi. Il fondo della sala era in penombra, ed é lì che si sarebbe giocato la sua partita. Entrando in pista si ripassò le regole base: testa in su, non correre, tieni la destra, scegli una buona coppia davanti a te, gomito giù, lacci allacciati, polsino girato, sorridi, alito ok, patta chiusa. 
Inizia la musica. Gotan Project! “O Minkia!“ Pensò. Fu solo a metà tanda , dopo aver provato più volte, senza riuscirci a strofinarsi, e dopo aver pensato di uccidere dopo mille tormenti il DJ , che sorrise …:”meno male che mi hanno ripristinato il Wi Fi e posso tornare a vedere You Porn !”.
Feat with kanzi