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venerdì 8 aprile 2016

Lo scherzo dell'incendio.

Come quella sera al ristorante: Pugliese era in ritardo come al solito, in genere arrivava durante il secondo giro di asado, e spesso con la patta aperta: “Ragazzi, sto giro m’ ha spompato, ogni tanto dovevo chiederle una pausa, questa c’aveva un ritmo che manco Juan”. Tutti risero, D’Arienzo si mise ad imitare se stesso mentre dirigeva Canaro che simulava un amplesso con Troilo al ritmo del compas. Poi si avvicinò al faccione di Troilo come usava fare con i cantanti e gli lecco via il pezzo di vacio che era gli penzolava dal bordo delle labbra. Troilo lo fulminò con gli occhi facendogli capire che queste cose era meglio non mostrarle in pubblico.
“Allora a chi tocca pagare sto giro?”. La domanda di Troilo, ovattata dalla bocca piena, era retorica e tendenziosa: tutti sapevano che toccava pagare a Canaro e tutti erano curiosi di vedere che scusa avrebbe inventato questa volta per non pagare. “Tocca a Claudio” disse distrattamente Francisco, “Stocazzo” gli risposi, “ io ho pagato venerdì scorso, nun ce prova', sennò ti denuncio alla SIAE”, “Fai pure, tanto l’ho inventata io”, “Lo so, era una battuta scemo” ,“ Dai ragazzi, posso passare questo turno? mia moglie ha visto un divano l’altro giorno, dice che starebbe da Dio nel soggiorno, dice che il vecchio le fa male la schiena… se alzasse un po’ il culo una volta dico io, pure da mangiare mi devo preparare…lo diceva mio padre, se proprio vuoi sposarti, compra un ruminante” , “ Che cazzo di frase é? ” disse Pugliese, “ E che ne so, é morto prima di spiegarmela, ma visto che gli animali non mi piacciono mi sono sposato, ho pensato tanto sempre vacche sono, ahahaha”
D’arienzo approfittò delle risate generali per fare un’occhiolino a Troilo che ricambiò con un sorriso complice e farcito di prezzemolo.
“Facciamo così, paghi tu e io ti arrangio la prossima canzone gratis”, disse Francisco, calcando sul “gratis”. Pugliese ci pensò su e disse “affare fatto, ma sto giro fammi qualcosa di allegro, du palle sempre sta Yumba, perché non me ne scrivi una come le tue, allegretta, leggera… da me ci vengono sempre i gerontofili e tutte le sgnacchere da te, non trombo una ventenne dal ’35” ,“ Se vuoi una canzone come le mie ti tocca comprarmi tutto il ristorante” rispose Canaro anticipando una battuta di un film uscito mezzo secolo dopo.
“Ragazzi, io vado, domani c’ho le prove presto” ,fece Troilo sputando l’ultima costoletta che gli era rimasta tra i canini”, D’Arienzo smise all’istante di fargli il piedino: “Anch’io devo andare, domani ho yoga” gli lasciò i canonici 5 minuti di vantaggio e si alzò celando malamente una romantica erezione… ”Che coppia” disse Canaro con una nota di rimpianto nella voce, "Che trio, vorrai dire" dissi gonfiando le guance e la pancia. 
Ci alzammo tutti, mentre Osvaldo pagava Francisco ci propose ”ragazzi perché non andiamo a fare lo scherzo dell’incendio a Di Sarli?” L’ultima volta a momenti si buttava dalla finestra, fortuna non ha visto che era chiusa…come si dice, non tutti i mali...”